2010年11月14日日曜日

Ebisu e Marebito 2

In genere si dice che il dio di questo tempio: “Ebisu(えびす)” significhi “straniero” in giapponese. Cioe’ qui un dio straniero divento’ un dio giapponese. Alcuni considerano che quel dio era un pescatore. Una volta tanti pescatori erano anche agenti e commercianti e quei pescatori, che venivano nei mercati e parlavano diversi dialetti, sono stati considerati come anche gli uomini fortunati. Poiche’ spesso loro portavano tanti oggetti preziosi e raffinati dall’estero ai villaggi. Cosi’ uno straniero divento’ un dio del commercio e della fortuna ed anche adesso lui porta una canna da pesca ed una orata.
Secondo Shinobu Origuchi, che e’ un ricercatore dello shintoismo, come il caso del dio : “Ebisu”, tradizionalemente spesso gli stranieri ed i viaggiatori erano considerati come dei in Giappone. Per esempio, una volta tante persone che danzavano il ballo “Daikokumai(大黒舞)” o “Senju-manzai(千寿万歳)” venivano davanti alle porte di casa e ci pregavano e danzavano per prendere il denaro a capodanno. Secondo Origuchi, questa tradizione e’ nata dal concetto per cui i palori degli stranieri hanno il potere degli spiriti, percio’ gli abitanti dei villaggi non potevano ignorare le parole e l’esistenza degli stranieri. Origuchi chiama quel tipo di straniero, “Marebito(マレビト)” e loro avevano adempiuto alla funzione di attivare la societa’ giapponese. Nel libro: “I giapponesi che sono stati dimenticati(忘れられた日本人)”, un magico e’ entrato in scena. Lui viaggiava in tutto il Giappone e spesso era consultato da tante persone che avevano segreti. Mi sembra che la sua vita’ sia la vera vita dei “Marebito”. Anche il scrittore del libro: Tsuneichi Miyamoto, che e’ un ricercatore di racconti folcloristici, ha detto: “Quando io vado in un villaggio per ricercare, mi sono ricevuto cordialmente e spesso non sono riuscito che a bere solamente.” Forse una volta questa tradizione era in tutto il mondo, poiche’ ho sentito di racconti come quelli anche in ’Africa ed in Mongolia ed anche nella Bibbia si dice: “Si deve essere gentili con i viaggiatori.”
Invece quel tipo di straniero: “Marebito” non poteva restare in un posto per sempre. Poiche’ se restava li’ per sempre, lui diventa un abitante, non uno straniero. Percio’ quando restava in un villaggio per due settimane, poi lui ha andava in un altro villaggio. Cosi’ “Marebito” viaggiava tutta la vita e viveva come saggie o viveva una esistenza da divinita’ e sprito. (E mi sembra che anche oggi forse tanti giapponesi guardino agli stranieri come i “Marebito”.)
(30, nov, 2009)
(Fonti bibliografiche)
Shinobu Origuchi, “Ricerca dell’Antica giapponese 3, La nascita’ della letteratura giapponese”, Chuko-classics, 2003.
Kunio Yanagida, “La storia nell’eta’ Maiji e Taisho: la parte degli socilali”, Chuko-classics, 2001.
Tsuneichi Miyamoto, “I giapponesi che sono stati dimenticati”, Iwanami bunko, 1984.
(Link)
Il ballo del dio, Daikoku(大黒舞) nel raccolto, Enburi(えんぶり)
http://www.youtube.com/watch?v=ZaOFDeFifoM
Il ballo del dio, Ebisu(えびす舞) nell'Enburi
http://www.youtube.com/watch?v=UlnKwJGTdHo
Adesso se noi giapponesi sentiamo "Ebisu", spesso ci ricordiamo la birra molto buona, "Ebisu beer(エビスビール)".
http://www.youtube.com/watch?v=WN0Ou-rTbIA