2010年8月22日日曜日

Insetti e la cultura giapponese(虫と日本文化)

In Giappone, c’e’ una usanza in cui si prendono degli insetti e si guardano e si sentono le loro voci in una gabietta. Quando ero piccolo, anch’io prendevo cicale(Semi・蝉), Suzumushi(鈴虫・in italiano: grilli?) e libellule(Tonbo・トンボ)e li guardavo e sentivo le loro voci. In questo autunno, mi sono divertito a sentire le voci dei Suzumushi quando passeggiavo vicino a casa mia. Ma questo tipo di usanza non c’e’ in altri paesi e l’autore di questo libro, Masaaki Kasai(笠井昌昭), dice la sua esperienza molto interessante. Quando lui viveva in America, lui ha sentito la voce di una cicale. Spesso i bambini giapponesi prendono questi insetti da piccoli, percio’ anche lui si e’ fermato per capire quale tipo di cicala cantava. Quando lui si e’ fermato a guardare sull’albero, un uomo e’ passato e gli ha domandato: “Che cosa fa?” Kasai ha risposto: “Guardo una cicale.” Poi quel uomo ha visto l’insetto e ha detto: “Ah, una locusta.” ed e’ andato via. Per i giapponesi, le cicale e le locuste sono molto diverse, poiche’ le cicale cantano, ma le locuste non cantano ed inoltre le cicale sono un simbolo dell’estate per i giapponesi. Dopo questo caso, Kasai si e’ accorto che gli insetti e le loro voci hanno un significato molto importante nella cultura giapponese e ha cominciato a cercare tante cose riguardanti insetti.
Secondo Kasai, i giapponesi hanno cominciato a sentire le voci degli insetti nell’eta’ Heian(dall’anno 1000). Lui ha pensato che ai nobili di quell’eta’ fosse vietato passeggiare sulla terra e fondamentalmente vivessero solo nelle case, ma loro aspirassero al panorama naturale e volessero ricostruirlo nel loro giardino. I nobili dell’eta’ Heian sentivano il canto degli insetti, sopratutto Suzumushi(鈴虫)e sentivano anche tristezze e miseria nell’autunno. Questa usanza di sentire le voci degli insetti dura fino a oggi e nell’eta( Edo ha raggiunto la massima popolarita’. Nell’eta’ Edo, anche la gente normale ha cominciato a divertirsi delle voci degli insetti e sono nati tanti negozi per vendere insetti ed e’ nato anche un modo di allevarli. In quell’eta’, anche tanti libri riguardanti insetti sono pubblicati ed alcuni bei quadri di insetti sono dipinti da Ohkyo Maruyama(円山応挙), Jakuchu Ito(伊藤若冲) e Kazan Watanabe(渡辺崋山). Sopratutto Kasai apprezza un quadro di farfalla dipinto da Gyoshu Hayami(速水御舟).
Quando leggevo questo libro, mi ha interessato molto una cosa. Secondo Kasai, in genere gli uomini usano il loro cervello sinistro per pensare e usare la lingua, invece loro usano il cervello destro per sentire le musiche e giudicare i sentimenti. Percio’ tanti uomini tanne i giapponesi sentono le voci degli insetti con il cervello destro e le sentono come un suono solamente. Ma i giapponesi le sentono con il cervello sinistro e le pensano come una lingua. Anch’io penso che forse la sua opinione sia giusta. Per esempio, tradizionalmente i giapponesi sentono la voce dei Suzumushi come “Tsuzuresase, Tsuzuresase(つづれさせ、つづれさせ)” e pensano che i Suzumushi ci insegnino l’eta’ per preparare la vita all’inverno. Poi le voci di un tipo di cicale: “TsukuTsuku-bohshi(ツクツクボウシ)” ci fanno sentire: “Tsukuduku-Oshii(つくづくおしい)”, che significa “Mi dispiace che l’estate passa.” In genere si dice che ci siano tanti onomatopee nella lingua giapponese, ed anche quando sentiamo le voce degli insetti, noi giapponesi usiamo il cervello in un modo speciale e me ne sono molto appassionato.
(Fonti bibliografiche)
Masaaki Kasai, “Insetti e la cultura giapponese”, Taiko-sha, 1997.
(Link)
Una canzone molto famoza in Giappone: "Voci degli insetti(虫の声)"
http://www.youtube.com/watch?v=W-ohXeRU9H0
Il sito riguardati voci degli insetti
http://www.bekkoame.ne.jp/~sibutaka/nature/html/insects/insectsounds.html

2010年8月4日水曜日

Jizo-bon

A Kyoto c’e’ una festa tradizionale: Jizo-bon(地蔵盆) il ventitre o ventiquattro di Agosto. Questa festa e’ per bambini e durante la festa, i bambini di Kyoto possono prendere i regali come dolci e giocattoli dagli adulti. Ad un supermercato dove spesso vado, si preparano tanti sacchetti di dolci verso il giorno di questa festa.
In questa festa, si tengono tante ceremonie su un dio: O-jizo-san
(お地蔵さん). In genere il dio: O-jizo-san e’ considerato come un dio che e’ sul confine tra il mondo reale e il mondo dopo la morte e sempre protegge i defunti, sopratutto i defunti bambini. Poi da questo ruolo, il O-jizo-san anche protegge gli ingressi di quartieri ed ogni qualtiere ha un O-jizo-san. Anche oggi, su ogni strada di Kyoto, ci sono tanti piccoli santuari di O-jizo-san e qualche persona regala i fiori tutti i giorni.
Propriamente i protagonisti della festa di Jizo-bon erano i bambini. Poiche’ una volta sembrava che gli spriti dei bambini fossero molto deboli ed in particolare questi sono protetti da O-jizo-san. Percio’ alla festa Jizo-bon, si portavano le sculture del O-jizo-san fuori dai santurari ed i bambini lavavano i corpi delle sculture e ci mettevano del trucco. Poi loro mangiavano dolci ed Omochi davanti a O-jizo-san.
Ma oggi i bambini non sono i protagonisti della festa e loro prendono i dolci solamente. Un anziano mi ha spiegato perche’ oggi diminuisce il numero dei bambini anche a Kyoto ed i parenti dei bambini non vogliono fare loro frequentare alla scuola pubblica di quartiere’. Poiche’ nella scuola, spesso ci sono solo tre o quattro bambini in ogni classe ed i parenti pensano che i loro bambini sarebbero tristi se frequentassero la scuola di qualtiere e avessero pochi amichi. Percio’ spesso loro fanno ai bambini frequentare le scuole private e se si chiede di andare alla scuola di qualtiere per fare i bambini participare alla festa, il numero dei bambini non basta per fare la festa. Percio’ secondo l’anziano, oggi gli adulti lavano i corpi di O-jizo-san, ci mettono del trucco e poi mangiano i dolci e chiacchierano, parlando dei propri ricordi. Quando sentivo quello che lui diceva, ho pensato che anche a Kyoto, dove sono tante feste tradizionali, sia diventato difficile trasmettere la tradizioni ai bambini e mi sembra un po’ triste.
(Fonte bibliografiche)
Hiromi Iwai, “Almanaco di articoli di artigianato(民具の歳時記)”, Kawadeshobo-Shinsha, 1994.
(Link)
Un racconto su Jizo-bon
http://www.youtube.com/watch?v=9WXXwQYjgi8